Quale la differenza tra seghetti, segacci e segoncini?
Spesso nel settore della ferramenta ci sono dei termini che vengono confusi tra di loro. Tra questi, sicuramente troviamo il seghetto, il segaccio e il segoncino.
Il segaccio a mano è comunque il più facile da individuare: come principio di taglio e di impugnatura, infatti, può essere paragonato ad una sega (lama a dentatura universale, impugnatura a blocco unico).
Le cose invece diventano più interessanti quando si parla di seghetti e segoncini e si cerca di evidenziare le differenze. La definizione di segoncino è quella di una sega a mano dotata di una lama stretta e ricurva che ha la dentellatura rivolta all'indietro. Questo la rende imbattibile nella potatura di rami, cespugli o alberi. Solitamente questo è fatto con un tubo di acciaio che presenta una leva di tensione per tirare la lama. Può avere diverse misure a seconda dell'utilizzo.
Il seghetto, invece, è un utensile che può avere caratteristiche molto diverse (pensate a quanti ce ne sono: alternativo, elettrico, da traforo, a gattuccio, da traforo elettrico...). Questo comunque nasce come tipo di sega a mano per i metalli e, oltre ad avere un archetto per il posizionamento del pezzo e della lama, solitamente ha un'impugnatura (che nel segoncino è sull'archetto mentre per il seghetto è esterna). I materiali con cui vengono realizzati i seghetti sono dei più diversi perché si va dalla lega di alluminio al ferro tubolare: tutto questo, ovviamente, per dare la maggiore performance sia nell'attività che come maneggevolezza.